All’Università di Reggio Calabria nascerà il primo Campus universitario del Mediterraneo all’interno dell’ex convento dei Padri Monfortani grazie ad un progetto finanziato da 4 milioni di euro, inserito all’interno dell’ultima legge di Bilancio.
A presentarlo, nell’aula magna dell’Ateneo, il Rettore Giuseppe Zimbalatti, i due autori – docenti del dipartimento di Architettura e Design Antonio D’Elia ed Alessandro Villari – e il ministro dell’Università Anna Maria Bernini.
“Sarà possibile così realizzare in questa città il primo Campus Universitario del Mediterraneo – ha dichiarato il vice capogruppo di Forza Italia alla Camera, Francesco Cannizzaro, promotore dell’emendamento legislativo. Questo ci consentirà di avere un incoming universitario importante anche oltre i confini nazionali“.
“Questo Campus – ha detto il ministro Bernini – rappresenta una grande opportunità per i nostri ragazzi, che si colloca in un punto geografico importantissimo. Perché questo Campus nasce non solamente sulla estremità meridionale del nostro Paese, o ai confini dell’Europa; nasce nel cuore del Mediterraneo. E questa è una collocazione assolutamente strategica e su questo noi lavoreremo. Continueremo a lavorare su questa Università. Daremo fiducia e fondi perché riteniamo che la collocazione dell’Università di Reggio Calabria e la collocazione dell’Università calabrese in genere, sia assolutamente funzionale all’ottica di un avvicinamento ad un Mediterraneo che non è più solo un Mediterraneo allargato, ma un Mediterraneo globale.
Il diritto allo studio passa attraverso le borse di studio ed i luoghi dove studiare. E noi stiamo spingendo moltissimo perché la gestione dei posti letto venga coperta in maniera soddisfacente. Stiamo lavorando molto bene. Ogni giorno si aggiungono nuove richieste di gestione, che per la Calabria si attestano già sui 600 posti letto, ma è un dato in continua evoluzione. Abbiamo, inoltre finanziato la legge 338 che è un numero adorato dai Rettori, che finanzia al 70% la realizzazione di laboratori, aule, housing e studentati. Nella cabina di regia – ha detto – abbiamo identificato alcune Università target, e le Università calabresi lo sono, non solo per la loro collocazione geografica, ma perché hanno già fatto della loro collocazione geografica un punto di aggregazione. E questo spiega alcuni degli arrivi importanti di cosiddetti ‘cervelli di ritorno’ che non sono studiosi italiani, ma cervelli stranieri che hanno scelto le Università calabresi per fare altissima tecnologia, e tecnologia innovativa. Sono arrivati da Harvard, sono arrivati da Princeton. Figure professionali che hanno fatto la differenza là dove hanno lavorato e che faranno la differenza qui.
Ci sono stati alcuni nostri Rettori, anche calabresi – ha concluso Anna Maria Bernini – che si sono formati all’estero, hanno fatto amicizie, hanno creato comunità scientifiche e adesso le stanno portando qui. È un po’, se ci pensate, la metafora del Piano Mattei, creare classi dirigenti che si formano insieme, si riconoscono, e diventano interoperabili“.