CARCERE DI ROSSANO: ANCORA UN’AGGRESSIONE CONTRO AGENTI PENITENZIARIA

Nel carcere di Rossano, nel cosentino, si è verificata una nuova aggressione ai danni del personale della polizia penitenziaria.

A comunicarlo in una nota il segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante e il segretario nazionale Damiano Bellucci del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe:

Un detenuto, già protagonista dei gravi disordini dei giorni addietro – affermano Durante e Bellucci – ha aggredito il vice comandante del reparto mettendogli le mani al collo nell’atto di strangolarlo. Dopo attimi di paura, solo grazie alla scaltrezza e professionalità dei poliziotti in servizio è stato scongiurato il peggio, bloccando il detenuto e ripristinando la sicurezza.

Purtroppo, nel carcere di Rossano, negli ultimi mesi, sono stati destinati numerosi detenuti che, negli istituti di provenienza, pare si siano resi promotori di eventi simili. Si tratta di soggetti di difficile gestione, alcuni dei quali allontanati dal reclusorio rossanese, per motivi di ordine e sicurezza e riassegnati, inspiegabilmente nello stesso, a distanza di pochi mesi.

Altro grave problema del carcere di Rossano è dato dalla presenza dei detenuti affetti da problemi psichiatrici, molti dei quali considerati abbastanza gravi, nonostante non sia presente un’ articolazione territoriale di salute mentale per la gestione degli stessi. Tra l’altro, ci riferiscono che nello stesso istituto lo psichiatra fa due accessi a settimana, assolutamente insufficienti per seguire i detenuti che ne avrebbero bisogno.

Chiediamo al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – sottolineano Durante e Bellucci – di rivedere al più presto la classificazione degli istituti, dividendo gli stessi, nell’ambito della regione, in massima sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, e prevedendo adeguate articolazioni salute mentale, in accordo con le Aziende sanitarie locali. Inoltre, è necessario chiudere in sezioni diverse i detenuti facinorosi e ridurre le ore di apertura al minimo previsto, fino a quando gli stessi non maturano la consapevolezza del rispetto delle regole“.

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