La Corte dei conti della Calabria ha approvato il rendiconto generale della Regione per l‘esercizio finanziario 2024, con un avanzo di amministrazione di quasi 53 milioni di euro.
I magistrati hanno disposto lo stralcio dal conto del bilancio di residui attivi per oltre cinque milioni di euro, derivanti da fondi statali per azioni formative e interventi a sostegno dell’occupazione. Secondo la Corte, tali somme non risultano più esigibili e devono essere eliminate ai sensi del principio contabile applicato, con conseguente effetto anche sullo stato patrimoniale 2024.
Per effetto di tale rettifica, il risultato di amministrazione complessivo è stato aggiornato: i residui attivi della gestione passano da 3.909.086.100,48 euro a 3.904.026.340,92 euro; il risultato di amministrazione complessivo si attesta così a 6.045.128.627,84 euro; il risultato di amministrazione primario è fissato a 2.062.610.247,60 euro; mentre l’avanzo di amministrazione disponibile passa da 57.843.127,64 euro a 52.783.368,08 euro.
La Corte, inoltre, ha evidenziato un’ulteriore posta non parificata relativa a residui passivi del perimetro sanitario per 4.472.599,12 euro, per il ripiano del disavanzo sanitario del 2000 mediante mutuo con Cassa depositi e prestiti. Per questa posta è stata riscontrata una destinazione a spese correnti da contenzioso, ritenuta non coerente con la normativa sul ripiano del disavanzo e quindi da coprire con risorse correnti autonome della Regione.
In generale dal consuntivo emerge un miglioramento del quadro finanziario con il completo ripiano del disavanzo.
“Il consuntivo della Regione Calabria al 31.12.2024 – ha dichiarato la presidente della Sezione Rossella Scerbo – non solo registra l’obiettivo dell’integrale ripiano del disavanzo ma consegue anche un avanzo della parte disponibile, per cui risulta sostanzialmente ripianata più velocemente anche l’ultima componente del disavanzo da fondo anticipazione liquidità . Si tratta di un risultato positivo che non si era mai registrato nei precedenti giudizi di parifica, molto lontano da quello della fine dell’esercizio precedente che si era chiuso con un disavanzo sostanziale di 58.723.435,89 euro. Dal punto di vista pratico questo si traduce in una consistente disponibilità di risorse da destinare al soddisfacimento di bisogni collettivi e agli investimenti“.
Nonostante ciò, la Corte ha evidenziato situazioni ancora problematiche, in particolare sul fronte sanitario. Il procuratore regionale Ermenegildo Palma ha rilevato che “si muove sicuramente verso percorsi di miglioramento, però lentamente, molto lentamente“.
Sull’edilizia sanitaria, la Corte ha rilevato ritardi nella realizzazione dei nuovi ospedali di Vibo Valentia, Piana di Gioia Tauro e Sibari, con opere ancora in corso e cronoprogrammi aggiornati che prevedono completamenti tra il 2026 e il 2031. Sul Pnrr e sulla capacità di spesa, Palma ha rilevato che “ci sono delle innovazioni, delle progettualità di grande spessore, ma vanno realizzate attraverso le stesse strutture che già faticano a portare avanti i programmi operativi ordinari. Quindi grande impegno sicuramente, ma scarsi i risultati ad oggi“.
Ampio spazio è stato dedicato anche alla gestione dei fondi comunitari, dove si riscontrano criticità persistenti: ritardi nella spesa, frammentazione amministrativa, bassa interoperabilità  dei sistemi informativi e difficoltà nel monitoraggio dei flussi finanziari.
La Corte ha evidenziato che “il sistema della programmazione e gestione dei fondi europei presenta carenze strutturali, che ostacolano la definizione di strategie coerenti“. Al 31 dicembre 2024 risultano 22 interventi del ciclo POR 2014-2020 non conclusi e trasferiti nella nuova programmazione 2021-2027, per un residuo finanziario di circa 62 milioni di euro. Restano incompleti anche due grandi progetti strategici: il sistema di collegamento ferroviario Catanzaro-Germaneto, che rischia di essere classificato dall’Unione europea come “progetto non funzionante”, e il progetto stradale Gallico-Gambarie III lotto, per il quale sono state approvate varianti e proroghe fino a novembre 2025. Scerbo ha sottolineato che alcune criticità “non riguardano solo la Regione Calabria, ma si inseriscono in un contesto più ampio che coinvolge l’intero sistema della programmazione e gestione dei fondi europei“.
Ha inoltre rilevato che la Regione “si attiene alle procedure di controllo previste, che tuttavia si caratterizzano per un’eccessiva enfasi formale, per la commistione di funzioni gestorie e di controllo in un unico organismo, per l’assenza di sistemi di allerta precoce e di una formazione continua del personale“.
Riguardo alla gestione dei fondi europei, Palma ha rilevato che “c’è una spesa che presenta sempre gli stessi momenti di crisi rispetto a quello che abbiamo detto gli altri anni. Progetti che si rivelano non di dettaglio e quindi richiedono ulteriori momenti di intervento per poter fare le correzioni“.
Sul funzionamento della macchina amministrativa regionale, il presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei conti ha sostenuto che “attraverso enti e società costa 500 milioni di euro e che dalle evidenze che abbiamo, crea sicuramente dei momenti di frizione con la Regione che non ha più o comunque, non ha una gestione piena di questi enti, e quando vengono fatte richieste di informazioni, queste non vengono date, o vengono date in tempi tecnici che non sono compatibili con la gestione dei bilanci. Il Pnrr ha gli stessi problemi dei programmi operativi, quindi anche qua una spesa lenta. Ci sono delle innovazioni, delle progettualità di grande spessore, ma vanno realizzate attraverso le stesse strutture che già faticano a portare avanti i programmi operativi ordinari. Quindi grande impegno sicuramente, ma scarsi i risultati ad oggi“.
Quanto alla tenuta finanziaria, Palma ha precisato che “i conti della regione sono sostanzialmente regolari e saldi. Ci sono dei piccoli accorgimenti che noi chiederemo che vengano fatti, ma non destano problemi“.
In conclusione, la Corte ha invitato la Regione a rafforzare la capacità amministrativa, velocizzare l’attuazione degli interventi, migliorare i controlli preventivi e superare le frammentazioni istituzionali, capitalizzando le esperienze positive del ciclo precedente.










