I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza hanno arrestato una persona e sequestrato beni per oltre 1,5 milioni di euro.
Contestati i reati di falso materiale commessa dal privato in atto pubblico, frode processuale e falsa perizia per induzione, al fine di ottenere l’erogazione di prestazioni previdenziali o assistenziali.
La somma sequestrata si riferisce all’importo per le prestazioni previdenziali che, secondo l’accusa, sarebbero state percepite indebitamente da numerose persone che si erano rivolte all’indagato.
Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza dovrà essere sottoposto al vaglio del Gip ai fini della convalida e l’adozione del sequestro.
I dettagli dell’operazione verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma ore 10.30 presso al Comando provinciale dei carabinieri di Cosenza dal procuratore di Cosenza Vincenzo Capomolla e dagli investigatori dell’Arma.
****AGGIORNAMENTO****
Era il regista di un sistema seriale di falsificazione di documenti utilizzati per ottenere indebitamente benefici di carattere assistenziale e previdenziale. I carabinieri hanno arrestato un 52enne di Acri, nel cosentino, operante in un patronato con le accuse di falso materiale commesso dal privato in atto pubblico, frode processuale e falsa perizia per induzione, al fine di ottenere l’erogazione di prestazioni previdenziali o assistenziali.
L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari e sono state eseguite perquisizioni che hanno fatto emergere una disponibilità economica cospicua da quantificare.
Contestualmente è stato eseguito un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, emesso dal pm della Procura di Cosenza che coordina le indagini, per la somma complessiva di oltre un milione e mezzo di euro per le prestazioni previdenziali che, per l’accusa, sono state indebitamente percepite da numerosi soggetti.
Il sistema prevedeva l’utilizzo di documentazione sanitaria artatamente creata dal 52enne, apparentemente rilasciata da strutture sanitarie pubbliche anche operanti fuori regione, poi allegata ai ricorsi presentati al Tribunale civile di Cosenza, sezione lavoro. La documentazione falsa era finalizzata ad indurre in errore il perito nominato dal giudice ai fini dell’accertamento delle condizioni di salute delle persone che si rivolgevano al 52enne per ottenere l’invalidità civile o l’indennità di accompagnamento.
Gli indagati sono oltre 100 e una quarantina i ricorsi per i quali il 52enne avrebbe prodotto la documentazione falsa da allegare agli atti. In altri casi le anomalie sono state evidenziati davanti al giudice del lavoro e non sono andati a buon fine e sono stati segnalati alla Procura.
Le indagini si riferiscono agli ultimi tre anni e i ricorsi sono stati fatti tutti nella provincia di Cosenza.










