DON ALBERTI NUOVO VESCOVO DI OPPIDO-PALMI: “MI AVVICINO A VOI IN PUNTA DI PIEDI”

Il Papa ha nominato vescovo di Oppido Mamertina-Palmi don Giuseppe Alberti del clero della Diocesi di Padova dopo aver accettato le dimissioni di Mons. Francesco Milito per sopraggiunti limiti di età.

58 anni, don Alberti è parroco di Santa Maria Assunta in Solesino.

E’ sacerdote dal 1990. E’ stato Assistente nel Seminario Minore di Padova (1995-1998); Licenza in Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica del Triveneto; dal 2000, Missionario fidei donum in Ecuador per seguire il processo formativo dei seminaristi della Diocesi di Tulcán nel Seminario Nuestra Señora de la Paz ed insegnare di materie filosofiche e teologiche; Rettore del Seminario Maggiore e Collaboratore Pastorale nelle Parrocchie di Tulcán; Coordinatore degli studi e membro del Collegio dei Consultori; Membro dell’organizzazione e del coordinamento della fase diocesana e nazionale del III Congresso Missionario Americano di Quito (2008).

Dal 2011, è Moderatore dell’Unità Pastorale di Villafranca Padovana; dal 2013, Vicario Foraneo del Vicariato di Limena.

DICHIARAZIONI DEL VESCOVO ELETTO DI OPPIDO-PALMI

«Da parte mia c’è la disponibilità a mettermi accanto a voi come ‘discepolo’ che è chiamato a imparare, nell’ascolto condiviso che aiuta a ‘discernere insieme la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto’ (Rm 12,2), al servizio della fede di tutti, alimentando la speranza, vivendo la fraternità evangelica nella carità pastorale.

Percepisco nel mio cuore già fin d’ora un sentimento di vicinanza spirituale e di simpatia umana che sinceramente che ho ricevuto con grande sorpresa e non poco turbamento la richiesta del Santo Padre di nominarmi pastore della Chiesa particolare che vive in Oppido Mamertina-Palmi. Lo sappiamo tutti che ciò che non si conosce è fonte d’incertezza e di timore, ma proprio in questi giorni le parole di Gesù a Pietro mi hanno rincuorato: ‘Non temere’ (Lc 5,10), come a dire: non guardare alla tua inadeguatezza ma fidati di me. E allora ‘sulla tua parola’ (Lc 5,5) ho accolto questa chiamata mettendo ancora una volta la mia vita nelle mani di Dio.

Mi avvicino a voi in punta di piedi, cosciente che il Signore è arrivato nelle vostre terre prima di me e che la sua Sposa ha già molti figli nelle comunità cristiane della Diocesi. Questo mi fa sentire meno solo nel compito che mi è stato affidato e se ho accolto questa nuova chiamata è perché sono convinto che le risposte saranno il frutto di un dialogo fraterno, di una ricerca comune, e prima ancora di una fedeltà a un dono condiviso ricevuto che ci farà fare un pezzo di strada insieme. Fra Gerusalemme ed Emmaus, fra Oppido Mamertina e Palmi, il Signore camminerà con noi e noi cercheremo, insieme, di farlo con Lui.

Fin d’ora chiedo umilmente la vostra preghiera perché la mia presenza tra voi non manchi di amorevolezza e di comprensione, di luce e di sapienza, di forza d’animo e fiducia nel Signore. Sento che ho un debito grande di riconoscenza verso la Chiesa di Padova che mi ha visto nascere e crescere nella fede e che da trentatré anni sto servendo come presbitero. In questo momento il mio pensiero va ai vescovi con cui ho collaborato, al vescovo Claudio, al vescovo Antonio, ai sacerdoti e laici con cui ho condiviso tanti percorsi di crescita umana e cristiana, a collaboratori e amici che mi hanno insegnato il gusto del lavoro generoso, la fedeltà a Dio e ai fratelli, la gioia di comunicare e condividere il tesoro più prezioso della mia vita: il Signore Gesù». Sentimenti messi in evidenza nell’intervento che il vescovo eletto ha pronunciato a seguito della comunicazione della nomina in diocesi di Padova.

Il mio cuore è sulla soglia tra il “già” e il “non ancora” in questo spartiacque della mia vita: lascio una sponda con riconoscenza e un pizzico di nostalgia, ma intravvedo già l’altra nell’inedito che mi attende».

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