La sanità calabrese che funziona esiste, resiste e merita di essere difesa.
È questo il messaggio forte e chiaro che animerà il convegno “Curarsi è prendersi cura”, in programma domani nel Palazzo della Cultura di Pizzo, promosso dal Gruppo editoriale Corriere della Calabria con il patrocinio della Regione.
L’incontro si propone come un’occasione per mettere al centro della discussione non le solite denunce su carenze strutturali e tagli — pur presenti e gravi — ma le storie di chi ce l’ha fatta. Pazienti oncologici curati negli ospedali di Cosenza, San Giovanni in Fiore, Catanzaro, Locri e Reggio Calabria racconteranno il loro percorso tra sofferenza, speranza e professionalità incontrate sul cammino.
La cronaca di queste esperienze testimonia che, al di là delle inefficienze e delle trappole burocratiche che spesso aggravano il già pesante fardello della malattia, esistono reparti e medici che rappresentano un presidio fondamentale di umanità e competenza.
Non si tratta di chiudere gli occhi davanti ai problemi, ma di cambiare approccio: il convegno vuole spostare l’attenzione sull’umanizzazione delle cure, un principio che mette la persona malata al centro del percorso terapeutico. Un cambio di paradigma essenziale ma spesso dimenticato nei dibattiti su riforme e tagli.
“È tempo – sottolineano gli organizzatori – che la politica faccia un passo indietro e scelga il confronto bipartisan su un tema che non può essere terreno di scontro ideologico. La salute dei calabresi non ha colore politico: è una questione di civiltà“.