È in corso presso la sede del Consiglio regionale della Calabria, a Reggio Calabria, la seconda conferenza dei Focal point del progetto I-Can (Interpol cooperation against ‘ndrangheta) che coinvolge 20 Paesi.
Un’iniziativa nata dalla stretta collaborazione tra il Segretariato generale di Interpol e il Dipartimento della Pubblica sicurezza italiano. Grazie allo scambio di intelligence, all’utilizzo delle numerose banche dati di Interpol e le best practices dell’esperienza italiana – informa la Polizia – sono stati catturati 101 latitanti di ‘ndrangheta ma anche individuate partnership criminali con altre organizzazioni transnazionali.
Tra i presenti il prefetto Raffaele Grassi, vicedirettore generale della Pubblica sicurezza e promotore del progetto; Cyril Gout, per Interpol e i procuratori della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo e delle procure distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Catanzaro.
“Il ruolo di ciascuno di voi è cruciale – ha detto il prefetto Grassi. Voi siete i punti di collegamento, i ‘focal point’ che permettono alla rete I-Can di funzionare. La vostra capacità di condividere informazioni, di coordinare operazioni, di monitorare le transazioni sospette individuandone i flussi di denaro e di mantenere viva questa cooperazione internazionale è ciò che rende il progetto un efficace arma di contrasto“.
“L’incontro di oggi nella splendida città di Reggio Calabria – ha osservato Gout, director operational support and analysis di Interpol – non è solo un’occasione per celebrare i nostri progressi, ma soprattutto per riflettere sulla strada da percorrere. Se da un lato siamo orgogliosi dei risultati raggiunti, dall’altro è fondamentale analizzare le sfide che abbiamo affrontato e utilizzare questi insegnamenti per plasmare le nostre strategie future: ‘Ogni esperienza, buona o cattiva, è una lezione appresa‘”.