Il Parco Nazionale della Sila ha ufficialmente approvato il Piano per la gestione sostenibile del cinghiale, redatto dal direttore Ilario Treccosti e dal personale tecnico del Parco, con la deliberazione del Commissario Straordinario Liborio Bloise. Si tratta di un intervento strategico atteso da anni, nato per ristabilire l’equilibrio degli ecosistemi silani messi a rischio dalla sovrappopolazione del cinghiale.
L’espansione incontrollata di questa specie ha generato gravi danni ambientali, agricoli e problemi legati alla sicurezza pubblica. Il nuovo piano propone un approccio scientifico e multilivello, articolato in cinque punti chiave:
Monitoraggio genetico e demografico della popolazione di cinghiali all’interno del Parco;
Contenimento selettivo, affidato a operatori formati e autorizzati, nel rispetto delle normative ambientali;
Coinvolgimento delle comunità locali, con incentivi per la prevenzione dei danni alle colture e azioni condivise con gli agricoltori;
Educazione ambientale, per promuovere consapevolezza sull’equilibrio tra fauna selvatica e attività umane;
Collaborazioni istituzionali con enti come ISPRA, ASL, forze dell’ordine e associazioni.
Il piano ha una durata di cinque anni e prevede una valutazione continua dei risultati ottenuti, nel rispetto del principio di sostenibilità ecologica, sociale ed economica.
“Non è una guerra al cinghiale – ha chiarito il direttore Treccosti – ma una gestione responsabile e necessaria per il bene della Sila.” Parole condivise dal Commissario Bloise, che ha definito l’iniziativa “un modello concreto di equilibrio tra tutela ambientale e sicurezza del territorio.”
L’Ente Parco invita cittadini, agricoltori, associazioni e amministrazioni locali a partecipare attivamente alla realizzazione del piano, che si fonda su trasparenza, legalità e partecipazione condivisa.