Presentata attività 2024 del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato

 

 

Il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato Antonio Lomonaco ha illustrato i dati dell’attività del suo ufficio nel 2024 nel corso di una conferenza stampa.

Una relazione – ha detto il Garante – che non è solo un bilancio di attività, ma un atto di responsabilità. I risultati raggiunti vogliono ribaltare quel silenzio che persino il nostro Codice penale riserva alla vittima, che noi vogliamo rimettere al centro: ascoltandola, proteggendola, accompagnarla verso la giustizia e la ricostruzione della propria vita“.

Il tutto con un’attività, è stato detto, che è partita dalla costruzione di un Ufficio di nuova istituzione, creando ‘reti e collaborazioni’ con le altre istituzioni, magistratura in primis, dando ascolto ed intervenendo concretamente su ogni segnalazione.

Tra i progetti avviato dall’Ufficio del Garante il concorso “Ti Sbullu”, progetto educativo rivolto alle scuole calabresi sui fenomeni del bullismo e del cyberbullismo e l’avvio del progetto “Calabria riparativa”, volto a promuovere la giustizia riparativa e il reinserimento sociale delle vittime, affiancato dal primo fondo di sostegno alle vittime di reato in Calabria, co-finanziato dalla Cassa delle Ammende e dalla Regione.

Ma quello di cui il Garante Lomonaco si è detto maggiormente orgoglioso, è la sinergia avviata con il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, “tramite il quale – ha sostenuto – è stata elaborata una proposta legislativa, già presentata alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, per l’istituzione dell’Autorità Garante per la tutela delle vittime di reato“.

All’incontro, svoltosi all’interno del Polo culturale “Mattia Preti” di palazzo Campanella, ha il presidente Mancuso era affiancato dal segretario generale Giovanni Fedele e dal direttore generale Sergio Lazzarino e da altri Garanti regionali.

L’intervento del Presidente del Consiglio Mancuso

La Regione Calabria è stata tra le prime, in coerenza con i principi dell’Unione europea, ad istituire il Garante per la tutela delle vittime di reato. Questo organo di garanzia, individuato dal Consiglio regionale e che ha preso corpo con la legge regionale n.10 del 10 marzo 2023, punta a dare voce e sostanza ai diritti fondamentali dei cittadini calabresi. Il ruolo del Garante si inserisce in un quadro normativo più ampio, influenzato dalle disposizioni europee e nazionali in materia di protezione delle vittime di reato.

La Calabria è una regione caratterizzata da specifiche criticità che rendono particolarmente complesso il lavoro di supporto alle vittime di reato.  La presenza radicata sul territorio di situazioni sociali difficili e complesse rappresenta un ostacolo nella fiducia delle istituzioni e spesso determina una reticenza delle vittime nel denunciare i reati subìti. Bisogna anche rimarcare come le vittime di reato in Calabria non affrontano solo le conseguenze dirette del danno subìto, ma si trovano spesso a dover superare barriere culturali, economiche e burocratiche che limitano la loro capacità di ottenere assistenza e protezione.

Per questo va apprezzata e sostenuta la figura del Garante regionale, che nel 2024 ha portato avanti una intensa attività istituzionale caratterizzata da incontri strategici con le principali autorità giudiziarie del territorio e dall’impegno nella promozione di una giustizia più vicina alle esigenze delle vittime. 

Per potenziare ancor di più la struttura operativa del Garante, ho presentato nel corso della plenaria della Conferenza regionale dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, la proposta di istituire la figura del Garante nazionale per la tutela delle vittime di reato, con l’obiettivo di avvicinare ulteriormente alle istituzioni le persone che necessitano di protezioni ben mirate.

Un’altra mia proposta riguarda l’istituzione di un Coordinamento nazionale per la garanzia dei diritti e per la tutela delle vittime di reato, composto dai Garanti regionali, o figure analoghe, attualmente operanti nelle Regioni. Tutto ciò, con lo scopo particolare di promuovere l’adozione di linee comuni di azione dei Garanti regionali da attuare sia sul piano regionale che nazionale e da favorire e sostenere nelle sedi internazionali”.

Tra gli intervenuti anche Fabrizia Arcuri, che in un libro ha raccontato una storia di femminicidio che ha coinvolto la sua famiglia, “per sottolineare – ha detto – la necessità di dar voce alle vittime di altri reati, che sono le vittime di femminicidio o le vittime di bullismo, sulle quali continua a pesare un assordante silenzio e l’assoluta indifferenza dello Stato“.

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