La Divisione anticrimine della Questura di Reggio Calabria ha sequestrato beni del valore di circa 3 milioni e mezzo di euro nei confronti di una società attiva nella produzione di cemento, calcestruzzo e frantumazione di inerti.
Il provvedimento ha colpito l’imprenditore reggino Giovanni Zema, arrestato nel 2023 nell’operazione “Atto IV” perché ritenuto punto di riferimento della cosca Libri della ‘ndrangheta, condannato in primo grado a 10 anni e 8 mesi di reclusione per concorso esterno.
Le risultanze investigative, secondo l’accusa, hanno documentato le modalità spiccatamente estorsive con cui i Libri imponevano agli operatori edili della zona di avvalersi per le forniture di cemento dalla società oggi sequestrata, costituita negli anni con capitale sociale dei figli dell’imprenditore.
Le indagini patrimoniali hanno consentito di raccogliere elementi indiziari volti a dimostrare come Zema “garantiva l’infiltrazione della cosca Libri in tale nevralgico settore imprenditoriale, assicurando al sodalizio il versamento di quote dei ricavi ottenuti oltre all’assunzione di personale segnalato dai suoi rappresentanti apicali, nonché forniva un contributo per il sostentamento ed il pagamento delle spese legali in favore degli accoscati detenuti, ottenendo, in cambio, un concreto e dirimente appoggio imprenditoriale”.
Il sequestro, oltre a una società comprensiva delle quote sociali e del patrimonio aziendale costituito da un vasto appezzamento di terreno e dalla sede dell’impianto di calcestruzzo, ha riguardato 32 veicoli industriali, 4 terreni, un immobile, somme di denaro e assegni circolari per un ammontare di 423.718 euro.