Ricadi. Cercavano reperti archeologici in mare con metal detector subacquei: denunciati

I militari della Capitaneria di porto di Vibo Valentia hanno denunciato due persone per ricerca di beni archeologici e utilizzo di due metal detector subacquei non autorizzati.

Gli uomini della Guardia Costiera, impegnati in attività di vigilanza ambientale, hanno notato, lungo il litorale del Comune di Ricadi, in Località Formicoli, lo svolgimento di operazioni subacquee da parte di due persone che sono subito risultate sospette.

L’area di mare in questione è infatti classificata di «interesse archeologico», in quanto vincolata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria, e regolamentata dall’Ordinanza n. 55 del 26.11.2020 della Capitaneria di porto di Vibo Valentia.

Sono quindi scattate le verifiche specifiche, che hanno consentito di accertare lo svolgimento di ricerche di beni archeologici e l’utilizzo dei metal detector subacquei in violazione delle norme del Codice Penale e del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, in quanto in totale assenza delle autorizzazioni richieste per effettuare tale attività.

Le due persone deferite erano inoltre in possesso anche di bombole di ossigeno, verosimilmente utilizzate come ausilio alla respirazione nel corso delle operazioni di ricerca subacquea.

Sequestrati i due metal detector.

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