E’ legittimo il decreto con il quale il Presidente della Repubblica il 28 giugno 2023 ha disposto lo scioglimento del comune di Rende, nel cosentino e a cascata di tutti gli atti precedenti e successivi.
Il Tar del Lazio ha emesso una sentenza nella quale ha riunito – respingendoli – due ricorsi proposti dall’ex sindaco Marcello Manna e dagli ex amministratori.
“Dal complesso degli elementi raccolti – si legge nella sentenza – emerge con manifesta chiarezza l’infondatezza delle argomentazioni spese nel ricorso… atteso che le circostanze considerate nella proposta ministeriale risultano ampiamente supportate dall’istruttoria amministrativa compiuta; e la successiva valutazione delle stesse appare essere avvenuta in maniera logica e coerente, atteso che il complesso di relazioni personali, la generale mala gestio della cosa pubblica… dimostrano in maniera chiara ed univoca la sussistenza dei requisiti di legge per lo scioglimento dell’ente locale“.
“Le dichiarazioni raccolte dalla Commissione d’accesso – si legge ancora – appaiono esser state prudentemente apprezzate dalla Prefettura e dal Ministro dell’interno“.
Affrontando poi il tema dei procedimenti penali a carico degli amministratori locali, il Tar ha osservato come “gli esponenti (sostanzialmente) si limitino a rappresentare gli esiti degli stessi (pienamente favorevoli per gli imputati), sostenendo che tale circostanza determini un vizio d’istruttoria. Tale tesi, tuttavia, non convince, giacché contrariamente alla tesi difensiva, la struttura ministeriale non ha semplicemente recepito le conclusioni delle indagini penali, anzi – come evidenziato nella proposta ministeriale all’ottavo capoverso – ha impiegato tali dati come momento di partenza per i differenti accertamenti della commissione d’accesso“.